Alimentare il fuoco della fede

"Quando il Figlio dell'uomo ritornerà nella gloria troverà ancora la fede sulla terra?" (Luca 18,8).

 

       Cosa può spegnere la fiamma della fede in noi? La noncuranza! Un fuoco che non è alimentato e custodito languisce e si spegne.

       Tanti cristiani ed anche tanti religiosi iniziano il loro cammino pieni di entusiasmo, ma poi si lasciano prendere dalle preoccupazioni della vita, dalle gioie sensibili e trascurano il loro cammino di fede. La fede, virtù teologale importantissima, deve essere sostenuta da una vita di preghiera, dall'obbedienza alle esigenze di Dio, dal desiderio di conoscerlo sempre più per poterlo amare meglio. La fede ci apre alla speranza e la speranza sostiene la carità!

       La fede, comunicandola agli altri, si fortifica e cresce. Se noi crediamo in Dio ma non facciamo nulla per farlo conoscere agli altri, la nostra fede resta scarna. Invece, se ci impegniamo nell'apostolato, essa cresce in noi.

        Non basta vivere la propria fede da soli: è importante vivere attivamente in una comunità cristiana; infatti dobbiamo sostenerci gli uni gli altri. A volte la fede di un fratello si affievolisce, e il solo ascoltare l'entusiasmo di un altro fratello e qualche buona testimonianza può tirarlo su.

       Una sola candela non fa molta luce, ma tante piccole fiammelle, riunite insieme, possono illuminare un villaggio.

 

       Dopo la morte di Gesù i discepoli vissero un momento di smarrimento; non riuscivano più a capire se veramente Gesù fosse il Figlio di Dio, non riuscivano a credere veramente che Lui potesse risorgere dopo tre giorni. Dio si servì di alcune donne per rianimare in loro la fede, e quando finalmente gli apostoli credettero, rianimarono la fede dell'unico assente, Tommaso, preparandolo ad accogliere la rivelazione di Gesù.

       Il Signore, quando ci vede oscillare nella fede, interviene con i suoi aiuti misteriosi, ma non senza un piccolo rimprovero: "Beati quelli che pur non avendo visto crederanno" (Gv 21,29)